Da Verona
I 200 ani de l’Istituto Leonardi
| El venerabile don Pietro Leonardi. | Ancó son ’ndà a far visita a le suore de l’Istituto Leonardi, mejo conossùe da i Veronesi come le suore “de i puoti”, par via de le statue (cariatidi e telamoni) che ghè nel palazzo defronte a lore.
La Congregazion de le “Figlie di Gesù” l’è nata dosento ani fa, nel 1812 a Verona, par opera del venerabile don Pietro Leonardi (1769-1844), par l’educazion de le butelete poarete e ’bandonè.
Par celebrar el giubileo in sto ano 2012 l’è tuto on fiorir de iniziative, on programa ben pien de incontri, che ga avù l’apertura el 3 genaro 2012 co na Messa solene, celebrà dal vescovo de Verona, mons. Giuseppe Zenti.
Go ’vù anca la bela ocasion de amirar l’alestimento de la storia de l’Istituto par imagini in t’on albun grosso assè, e visitare el museo co’ tuti i so pezzi storici che riguarda sto periodo de tenpo. Go ’vù anca l’oportunità de védarme so na foto de quando era buteleta, in colegio “Santa Chiara” de Como.
M’à aconpagnà durante la visita suor Pierangela Brenna e propio a ela go fato de le domande:
– La me parla, suor Pierangela, in breve, del progeto de sto bravo prete veronese e de le so intuizion, partendo dal so moto che dise ‘Tutto in me sia amore’…
“Siamo nella Verona dei primi anni dell’800: don Pietro Leonardi, giovane sacerdote, già conosciuto in città per aver realizzato la cosidetta ‘Fratellanza dei Preti e laici spedalieri’ a favore dei malati poveri dell’ospedale cittadino della “Misericordia”, si rende conto che una massa di ragazzini, senza guida e senza freno, vaga per le vie della città, rubacchiando e vivendo di espedienti. Senza perdere tempo incomincia a raccoglierne alcuni nella sua casa di via San Cosimo, li mantiene e fa in modo che possano imparare un mestiere… Nasce così l’Istituto dei Raminghelli. Alla distanza di qualche anno è la volta delle fanciulle che non si trovano certo in situazione migliore dei maschi: nascono così le Scuole di Carità. Alcune giovani donne, preparate da don Pietro si portano ogni mattino nei quartieri più poveri di Verona, raccolgono in un locale gruppi di bambine e le intrattengono, insegnando loro, con un minimo di educazione morale e civile, a leggere e a far di conto. Il beneficio per la città è grande e la fama dell’istituzione si propaga, nel corso degli anni, a Modena, a Reggio, a Carpi, a Massa Carrara e a Carrara grazie all’interessamento del duca Francesco IV d’Este. L’amore per la gioventù che trova la sua origine nell’amore di Dio è alla base dell’opera del Leonardi e delle sue prime figlie. Egli è convinto che il prendersi cura della gioventù equivale a riformare il mondo intero. L’amore di don Pietro è diffusivo e l’opera si sviluppa, ottenendo consensi e riconoscimenti anche umani, ma soprattutto egli è consapevole di obbedire alla voce che l’ha chiamato a divenire un sacerdote totalmente donato a Dio e al prossimo.”
| Suor Pierangela Brenna. | – Oltre a la Casa Madre de Verona, quante case ghè e che svilupi ghè stà, anca in mission…
“Alle prime cinque case fondate mentre don Pietro era ancora in vita (la sola Carrara viene aperta nel 1851 a pochi anni dalla sua morte), si aggiungono nel corso degli anni numerose piccole ‘residenze’ nei vari paesi del Veronese, del Modenese, del Reggiano, della Toscana, dove le ‘maestre’ di don Pietro, le ‘Figlie di Gesù’ che nel frattempo hanno ottenuto riconoscimento ecclesiastico, si occupano nelle parrocchie dell’insegnamento del catechismo, del cucito e del ricamo: le piccole case diventano un punto d’appoggio per le popolazioni del posto e particolarmente per le mamme che vedono le loro figlie sempre più capaci di divenire a loro volta buone madri di famiglia.”
– Dosento ani i è tanti: che canbiamenti ghè stà ne i banbini de scola nel giro de sti ultimi ani…
“Nel tempo sono state aperte nelle città gli educandati e le scuole dell’obbligo; gli educandati molto utili fino agli anni 50-60, con l’apertura di tante scuole nei paesi, hanno fatto il loro tempo; è invece continuata l’attività scolastica e continua tuttora: chiaramente i bambini e gli adolescenti di oggi non sono più quelli di un tempo; ‘il fare scuola’ è diventato talvolta faticoso, anche per gli oneri burocratici che ci vengono imposti, ma ricordiamo una delle frasi tipiche lasciateci in eredità da don Pietro: <>… e andiamo avanti. Con questa certezza negli anni ’70 sono state aperte le missioni in Angola e in Costa d’Avorio, e più tardi in Brasile e in Argentina.”
– Guardando al passato, vivendo el presente, che camino spirituale gale in mente par el futuro le ‘Figlie di Gesù’?
“Il cammino spirituale che don Pietro ci ha proposto è valido oggi come era valido 200 anni fa: Gesù deve essere l’anima di tutti i nostri affetti, la regola delle nostre azioni, lo specchio in cui ravvisare il nostro modo di agire. Nonostante la nostra povertà e i nostri limiti, anche numerici, continuiamo il nostro cammino, fatto di preghiera e di apostolato per il bene della gioventù: il Signore, don Pietro e le tante sorelle che ci hanno preceduto vegliano sul nostro cammino e ci aiutano.”
– Grazie tante, suor Pierangela, a ela, a la madre superiora, suor Maria Dora, e a tute le consorele par come ve prendì cura de la gioventù, colaborando “alla riforma del mondo intero”.
“Grazie a lei e che Dio la benedica!”
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